mercoledì 27 ottobre 2010

Simone Cristicchi con lo spettacolo "Li Romani in Russia" al Teatro Comunale Corsini di Barberino di Mugello

http://www.teatroonline.net
SABATO 13 NOVEMBRE alle ore 21.00, al Teatro Corsini di Barberino di Mugello, SIMONE CRISTICCHI porta sulla scena LI ROMANI IN RUSSIA,per la regia di Alessandro Benvenuti; un racconto di una guerra a Millanta mila miglia, attraverso la voce di chi quella guerra l'ha vissuta in prima persona,che si sviluppa come un poemain ottava rima che dall'inizio alla fine ripercorre i momenti salienti della tragica ritirata di Russia, ma che sullo sfondo di quella tragica epopea, lascia spazio anche a momenti ironici e divertenti.

"L'avvocato Newman e il caso dell'omicidio Kramer" al Teatro Caboto di Milano

Lo spettacolo è l'adattamento per il palcoscenico di un romanzo poliziesco scritto da J.S.Fletcher. Epoca: anni settanta. Un gruppo di turisti inglesi si trova ospite per una notte in uno sperduto alberghetto situato sulle alture del Don nella Russia centrale. Nel corso della notte scoppia una violenta tempesta di neve che isola completamente il posto da qualsiasi collegamento con l'esterno. In questa glaciale atmosfera claustrofobica, ben presto gli eventi precipitano fino al compimento dell'inevitabile assassinio. Toccherà all'avvocato Newman risolvere l'intricato caso ed individuare il colpevole.
Il genere del "giallo teatrale" corrisponde a quello del "dramma", sicché la recitazione deve essere realistica e borghese, "in situazione", come si dice. L'evento incredibile che determina tutta l'atmosfera della rappresentazione è ovviamente il delitto che, una volta commesso, cambia non solo il corso della vicenda, ma soprattutto il carattere dei personaggi o meglio svela il loro vero carattere. Così, in un giallo, il pubblico si trova a seguire sia l' articolata storia raccontata dallo spettacolo sia, attraverso il gioco bugia o verità, l'evoluzione psicologica di personaggi che, in una situazione straordinaria come la morte violenta di qualcuno, manifestano aspetti spettacolari, umanamente teatrali, non di certo ordinari. Proprio in questo consiste l'interesse che lo spettatore moderno può manifestare scegliendo di andare a teatro per vedere un giallo: seguire con occhio e orecchio da investigatore, assistere ad un dramma dai toni accesi e gustarsi la soluzione finale per vedere se ci aveva visto giusto. La regia ha cercato di lavorare sulla spontaneità e libertà del lavoro degli attori, sull'energia del gruppo e su quelli che potevano essere gli stimoli più forti e le motivazioni più adatte per creare un'atmosfera capace di catturare l'attenzione dello spettatore posto di fronte ad uno spettacolo, della durata di un'ora e mezza, da seguire in ogni suo particolare per non rischiare di perdersi qualcosa e alla fine non riuscire a capire chi è l'assassino.

La vedova allegra di Lehàr al Teatro Quirino di Roma fino al 14 novembre

La vedova allegra, la più famosa delle operette di Franz Lehàr arriva sul palco del Teatro Quirino di Roma, ovviamente in italiano, per allietare il pubblico per una serata all’insegna della totale spensieratezza. La Compagnia Corrado Abbati propone una messinscena fra “gioia e rigore”, elementi cardine di questa edizione come voluto da Corrado Abbati, (fondatore dell’omonima compagnia) nonché interprete e regista dell’allestimento. Dinamica la regia di Abbati che riesce a dosare al meglio tutti gli elementi classici dell’operetta per una messinscena elegante e divertente. Molto bravi e versatili tutti gli artisti della compagnia (brilla la voce squillante di Hanna Glavari) che spaziano su una scena mobile fra vivaci recitativi che scorrono via con facilità e leggerezza, coreografie (anche acrobatiche) di Giada Bardelli, proposte dal bravissimo corpo di ballo, e l’inconfondibile e celeberrima musica di Lehàr. Lo spettacolo è trascinante e non solo nelle più celebri arie (È scabroso le donne studiar) riuscendo a coinvolgere il pubblico con simpatica a grazia. Si capisce anche che l’allestimento è perfettamente collaudato perché mantiene con inalterata freschezza, la serenità e la spensieratezza dell’originale di Lehàr, fra leggerezza e mondanità, amore e feste in una girandola d’incontri e tradimenti, schermaglie e comicità. Operetta frivola sì, ma non superficiale che stupisce e allieta ancora il pubblico con le schermaglie amorose fra la vedova Hanna e l’aitante conte Danilo che convoleranno ovviamente a giuste nozze, e ancora Parigi, Maxim’s, le feste e il can can... Insomma un tuffo nella favolosa belle époque. Il personaggio di Njegus, il cancelliere dell’ambasciata di Pontevedro, interpretato dallo stesso Abbati, è un personaggio comico per antonomasia che mantiene i suoi aspetti più tradizionali sì, assumendo però tratti brillanti e quasi disincantati, senza eccedere mai: spiritosi i duetti comici con l’ignaro e bonario Barone Zeta dell’ottimo Fabrizio Macciantelli. E l’operetta non è operetta senza piume e lustrini, guanti e gioielli, paillettes e ventagli, velluti e ricami, elementi indispensabili nei bei costumi di Artemio Cabassi che propone sfolgoranti e coloratissimi, nonché continui, cambi d’abiti in stili tutti diversi. Finale travolgente con la compagnia che invade la platea. Garbato e piacevole, perfetto per approcciare in modo facile, ma completo l’operetta, lo spettacolo è in scena al Teatro Quirino fino al 14 novembre.

giovedì 15 ottobre 2009

Tina Rucci Pittrice



Certo, bisogna essere fortunati, ma in alcune occasioni la vita ti porta ad incontrare delle persone speciali, raramente, ma a volte succede: a me è successo con Tina Rucci. Nella sua vita ha interpretato tanti ruoli, non solo quello di pittrice per il quale TeatriOnLine dedica questo piccolo spazio, ma anche di imprenditrice di successo, moglie, mamma e nonna: tutti ruoli interpretati con grande carisma ed umanità. Si definisce “non piu’ giovanissima…ma pittrice” intendendo che la sua esperienza ed i “moti” della sua vita alimentano continuamente la sua ispirazione. Per quanto la conosco, aggiungerei o sostituirei alla definizione “non piu’ giovanissima”, quella di “sempre all’avanguardia”, per le sue idee, per il modo di rapportarsi con il mondo che la circonda e per la tecnica con cui realizza i suoi dipinti.
Tele che parlano, raccontano e descrivono le emozioni, i sentimenti, certamente suoi ma facilmente interiorizzabili come nostri.
Ho il privilegio di avere in casa mia alcuni dei suoi dipinti, liberamente ispirati dopo che la conoscenza fra la sua e la mia famiglia è andata consolidandosi. I miei occhi indugiano volentieri su quei tratti colorati che oggi mi danno un’emozione e domani un’altra, come se, pur nella sua immobilità, un quadro possa interpretare gli stati d’animo della casa che lo ospita.
Qui sta, a parer mio, la grande capacità e bravura di Tina, il sillogismo fra la realtà di tutti i giorni ed i suoi dipinti.

Biografia: Tina Rucci nasce a Bitonto (Puglia) e fin da piccolissima ha sempre avuto un grande interesse per tutto ciò che “si poteva riprodurre con un foglietto di carta e una matita”.
Iniziò il suo percorso ad appena dodici anni quando fu mandata a lezione da un maestro bitontino. Dopo questa esperienza, che le servì per gettare le basi solide di disegno e chiaroscuro, Tina entrò in contatto con lo studio di Enedina Zambrini, eccellente maestra che le insegnò le tecniche dei famosi macchiaioli di Firenze, essendo stata a sua volta allieva di Giovanni Fattori. Tecniche ed esperienze cha ha poi avuto modo di approfondire frequentando il liceo artistico di Firenze.
Adesso vive e lavora a Palombaro ( una frazione di Bitonto), anche se ama passare la maggior parte dell’anno nella sua casa affacciata sul mare in Salento, “nel punto più magico e dove il mare è più bello e ancora pù ispirante”. Potete visitare i dipinti di Tina Rucci su:
www.tinaruccidipinti.it

lunedì 4 febbraio 2008

TeatriOnLine lancia la campagna abbonamenti 2008 riservata ai teatri


Riservato ai Teatri - Ufficio Stampa

www.teatrionline.com - Campagna abbonamento 2008

La certezza di essere trovati

TeatriOnLine fornisce da 7 anni gratuitamente, la carta di identità, nome ,indirizzi, sito, e-mail, di oltre 1000 teatri sul territorio nazionale.

La notevole indicizzazione gli permette di essere ai primi posti nei motori di ricerca del web, n° 1 si Google digitando “teatri”


Da quest’anno è possibile, aderendo all’iniziativa, inserire il programma degli spettacoli, le foto ed a breve perfino i trailer.
Ogni rappresentazione sarà corredata dalle seguenti informazioni:
Genere:
Autore: Compagnie:
Interprete: Regista:

Ognuna delle suddette voci rappresenteranno una chiave di ricerca capace di far emergere lo spettacolo ed il teatro con precisione e puntualità

In oltre i visitatori hanno la possibilità di prenotare i biglietti e di acquistarli, infatti il sistema smista le richieste direttamente alle biglietterie e alle organizzazioni on line dei singoli teatri.

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Per saperne di più redazione@teatrionline.com

giovedì 10 gennaio 2008

problemi di coppia


tratto da: www.teatrionline.com

I problemi di coppia possono essere rappresentati in modo divertente e grottesco come nella pièce “Che ne è dell’amore?” oppure con i toni drammatici di Bernard che scriveva: "La cosiddetta convivenza ideale non esiste, nessuno ha il diritto di pretenderla”.La commedia, anzi il musical, in scena al teatro Olmetto affronta il problema con una risata amara che prelude una sconfitta. Sarcasmo dunque imbellettato di comicità, divertimento assicurato da un testo pieno di battute esilaranti, contorsioni mimiche, situazioni comiche sempre accompagnate dalla bella musica di Jeffrey Sweet e Howard Marren.Tre attori/cantanti, quattro musicisti, una scena volutamente povera con una panchina e il parapetto del ponte sul fiume Hudson dal quale, come vedremo, si consumeranno tentati suicidi e omicidi. Uno spettacolo multiforme: commedia, musical, varietà. Uno spettacolo “tascabile” di grande successo (in versione italiana) importato da Broadway. L’autore gioca sul grottesco, sull’umorismo intelligente. Il divertimento infatti è più di testa che viscerale. E’ un musical sui generis, comico perché si prende gioco di una vicenda per molti versi drammatica, surreale perché dismette il normale e il tradizionale per esaltare l’eccesso, esilarante per la straordinaria abilità degli attori che recitano, cantano si muovono con perfetta scansione dei tempi scenici e con una gestualità volutamente accentuata.La trama. Harry Berlin si ritiene un fallito e decide di farla finita gettandosi a capofitto nel fiume Hudson. Ma il suo vecchio compagno di scuola, Milt Manville, che lo rincontra dopo molti anni, lo dissuade dall'insano gesto. Milt vuol far riscoprire ad Harry le gioie della vita e per questo lo fa incontrare con la moglie Ellen con la speranza di liberarsene e sposare la giovane Linda di cui si è invaghito. Tutto procede secondo i disegni di Milt, ma ben presto le cose cambiano. Milt è ridotto sul lastrico e abbandonato da Linda mentre anche Ellen, passato il primo momento di infatuazione, si accorge di non poter vivere con Harry quindi…I tre personaggi sono dei disperati in cerca di amore e di speranza. Così fra tentati suicidi e reiterati comici tentativi di far fuori l’amico, si aggrappano ora all’uno, ora all’altro in uno scambio divertente di ruoli alla ricerca di qualcosa che non esiste, l’amore imperituro. La vicenda è raccontata con una scrittura veloce, un ritmo teatrale equilibrato e una buona analisi psicologica dei personaggi che mette a nudo in chiave comica e sarcastica il tema del deficit di libido.Eccellenti nel cambiare registro e modulare i toni, Marisa Della Pasqua, Maurizio Desinan e Paolo Scherani. Nel canto se la cavano bene i due attori senza però toccare il livello di assoluta eccellenza di Marisa Della Pasqua.Vito Molinari firma un’ottima regia dall’alto della sua esperienza. Gli applausi si sprecano. Un vero divertimento.
Teatro OLMETTO, Milano
02/01/2008, Maurizio Carra

www.teatroonline.org


Un palcoscenico nudo. Una sola sedia sulla quale uno straordinario Paolo Villaggio comincia a raccontare gli aspetti più tristi e mediocri (tabagista, alcolizzato, drogato e infine ammalato terminale) della vita di un protagonista che da alcuni riferimenti e aneddoti sembrano assumere le sembianze dell’attore. E questo sconcerta lo spettatore.E’ come se Villaggio avesse scelto il palcoscenico per fare outing. Avesse deciso di confessarsi in questa che lui chiama “Serata d’addio”. Il tono triste e confidenziale e alcuni riferimenti reali a personaggi dello spettacolo (Mike Buongiorno, Arbore, Baudo, Strehler ed altri suoi colleghi) coinvolgono emotivamente lo spettatore facendolo cadere nella trappola del teatro. Il “Maestro” è stato così bravo da far dimenticare che il teatro è finzione. Era, in effetti, difficile distinguere fra realtà e invenzione teatrale. Cechov e Pirandello nelle loro tre piecès “Il fumo uccide”, “Una vita all’asta” e “L’ultima fidanzata” hanno solo suggerito i temi che Villaggio ha sviluppato e riscritto andando a pescare non nei recessi della memoria personale, ma in quelli della fantasia. E, con un linguaggio adatto alle sue corde, è riuscito a far convivere il “blu” del dramma con il “rosso” della comicità, la commozione con la risata. E se si è riso poco lo dobbiamo alla sensibilità dell’attore/autore che si è intelligentemente negato il personaggio di Fantozzi. All’uscita dal teatro l’atmosfera non era natalizia, un velo di tristezza traspariva dagli sguardi, dai saluti frettolosi, dalle voci basse. Grazie Paolo per averci regalato una merce rara, l’emozione.Applausi! Spettacolo da non perdere.
Teatro FILODRAMMATICI, Milano
02/01/2008, Maurizio Carra