mercoledì 27 ottobre 2010

"L'avvocato Newman e il caso dell'omicidio Kramer" al Teatro Caboto di Milano

Lo spettacolo è l'adattamento per il palcoscenico di un romanzo poliziesco scritto da J.S.Fletcher. Epoca: anni settanta. Un gruppo di turisti inglesi si trova ospite per una notte in uno sperduto alberghetto situato sulle alture del Don nella Russia centrale. Nel corso della notte scoppia una violenta tempesta di neve che isola completamente il posto da qualsiasi collegamento con l'esterno. In questa glaciale atmosfera claustrofobica, ben presto gli eventi precipitano fino al compimento dell'inevitabile assassinio. Toccherà all'avvocato Newman risolvere l'intricato caso ed individuare il colpevole.
Il genere del "giallo teatrale" corrisponde a quello del "dramma", sicché la recitazione deve essere realistica e borghese, "in situazione", come si dice. L'evento incredibile che determina tutta l'atmosfera della rappresentazione è ovviamente il delitto che, una volta commesso, cambia non solo il corso della vicenda, ma soprattutto il carattere dei personaggi o meglio svela il loro vero carattere. Così, in un giallo, il pubblico si trova a seguire sia l' articolata storia raccontata dallo spettacolo sia, attraverso il gioco bugia o verità, l'evoluzione psicologica di personaggi che, in una situazione straordinaria come la morte violenta di qualcuno, manifestano aspetti spettacolari, umanamente teatrali, non di certo ordinari. Proprio in questo consiste l'interesse che lo spettatore moderno può manifestare scegliendo di andare a teatro per vedere un giallo: seguire con occhio e orecchio da investigatore, assistere ad un dramma dai toni accesi e gustarsi la soluzione finale per vedere se ci aveva visto giusto. La regia ha cercato di lavorare sulla spontaneità e libertà del lavoro degli attori, sull'energia del gruppo e su quelli che potevano essere gli stimoli più forti e le motivazioni più adatte per creare un'atmosfera capace di catturare l'attenzione dello spettatore posto di fronte ad uno spettacolo, della durata di un'ora e mezza, da seguire in ogni suo particolare per non rischiare di perdersi qualcosa e alla fine non riuscire a capire chi è l'assassino.

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